venerdì 27 aprile 2018

YELLOW CIRCLES, Kintsugi (2017)



Kintsugi, ovvero riparare con l’oro un oggetto di ceramica rotto. Qui di rotto non vi è nulla ma di dorato sì, ossia il talento di quattro giovani musicisti di Milano, Stefano Carpentiero (piano e tastiere), Dario Rotolo (basso e contrabbasso), Veronica Volino (voce) e Lorenzo Montalbetti (batteria), che sotto il monicker Yellow Circles offrono un esordio (Kintsugi per l’appunto), brillante esempio di crossover tra soul, contemporay R&B, funk e jazz. Lo sguardo verso il passato rievoca tanto la black music degli anni ’70 quanto alcune interpreti che conobbero l’apice creativo nelle decadi seguenti come i Sade, Rachelle Ferrell e Oleta Adams, pur non dimenticando di proiettare un certo sound nel clima contemporaneo, ricordando la classe esecutiva delle più attuali Macy Gray e Alicia Keys. Il groove insito nel genere incontra fraseggi jazz ad appannaggio del prezioso tocco di Carpentiero e dell’utilizzo intelligente dei fiati (Cosimo Pignataro alla tromba, Nick Rizzi al sax tenore e Matteo Fratocchi al trombone), un mood retrò che colpisce per tecnica e pulizia esecutiva (basti ascoltare le iniziali You know that e Muse). Le ritmiche funkeggianti di un’affiatata coppia ritmica e la voce corposa e suadente della Volino completano un quadro davvero piacevole, in cui l’interplay tra le parti crea un gioco di dinamiche che non conosce sosta e si sviluppa all’interno di un percorso dove le varie influenze accrescono il valore di un opera prima che esalta la capacità di songwriting del quartetto. Mi preme citare infine la presenza di Marco Punzi alla chitarra nello strumentale The way to one, che mi ha ricordato alcune partiture di Eumir Deodato e quella non meno significativa di Silvio Pontiggia alla tromba nello splendido finale di A quarter more, buonissimo epitaffio di un un debut davvero interessante. (Luigi Cattaneo)
 
Di seguito il link per ascoltare e acquistare l'album  https://yellowcircles.bandcamp.com/    

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