lunedì 16 aprile 2018

VENEGONI & CO. Canvas (2017)


Torna uno dei decani del jazz rock progressivo italiano, quel Gigi Venegoni che ricordiamo per la sua militanza storica negli Arti & Mestieri e per pagine solistiche di assoluto valore come Sarabanda o Rumore Rosso. Il nuovo doppio album, Canvas, è la summa del Venegoni pensiero del 2018, un mirabile concentrato di acoustic folk, jazz, world e progressive in cui Gigi si è avvalso di una squadra di musicisti davvero di altissimo livello e si è destreggiato come sempre magnificamente alla chitarra (spesso una Lowden Nylon), alle tastiere e alle percussioni. La partenza è affidata a Il sarto di Rio, una bossa in cui spicca la presenza di Jason Rebello al piano (uno Stenway acustico), musicista che ha lavorato anche con Jeff Beck e Sting. La seguente Le lune e il falò incanta con le note dolci del piano di Piero Mortara, una composizione delicata in cui emerge anche il tocco sensibile della coppia ritmica formata da Roberto Puggioni al basso e Federico Ariano alla batteria. Piacevolissima anche 7 Anèis, decisamente folkeggiante grazie alla fisarmonica di Mortara, prima della breve Canvas 01: Train de vie e soprattutto di May be, tra i brani migliori dell’album e con uno spiccato accento jazz. Ci si sposta in Sud America con la buona Inzolia Bajòn, molto tenue è Finisterre, mentre si torna a parlare il linguaggio del jazz con l’ottima Santa Fe. L’attimo di Canvas 02: Lullaby e la lunga Cafè, con i suoi quasi 9 minuti vorticosi e pieni di intuizioni, chiudono la prima parte dell’opera in maniera impeccabile. Mortara si divide al piano e alla fisarmonica in Kaleidomar, bel pezzo che apre la seconda parte, un mood che accompagna anche la buonissima Balòn, traccia in cui Venegoni mostra tutte le sue doti compositive ma non è da meno Tiritera con le sue fitte trame. Pregevoli anche Sweet song e France’s theme, morbide visioni in cui emerge la grande classe di Venegoni e dei vari strumentisti coinvolti, bravissimi anche come autori tra l’altro. In Palhaco fa la sua apparizione il sax soprano di Diego Borotti, strumento che poteva essere utilizzato maggiormente nel corso del lavoro, mentre la musica popolare brasiliana ci accoglie con le note calde di Toninho. Oltre a tanta grazia Venegoni omaggia i Beatles con la riuscita Norvegian wood, prima del finale di La scintildanza, splendido e ricco epitaffio di un disco altamente consigliato. (Luigi Cattaneo)
 
Le lune e il falò (Video)
 

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