giovedì 16 luglio 2015

SAILOR FREE, Spiritual Revolution Part I (2012)


Attivi dal lontano 1991 e artefici di due album (Sailor Free del 1992 e Fifth Door del 1994) i Sailor Free mostrano con questo Spiritual Revolution Part I di avere la giusta personalità per fondere progressive, psichedelia e hard rock. Dopo un periodo di pausa e la successiva reunion del 2010, decidono di affrontare la prova del concept con rinnovato vigore e una line up stabile e compatta (David Petrosino alla voce e alle tastiere, Stefano Barelli alla chitarra, Alphonso Nini al basso e Stefano Tony alla batteria) ben coadiuvata da una serie di importanti special guest, indispensabili per apportare i giusti accorgimenti al lavoro. La prima parte di questo racconto riflette di luce propria, ha sprazzi strumentali molto interessanti e un alone dark che ben si sposa con le strutture più tipiche del prog, con lo status dell’opera rock tatuato sulla pelle in un crescendo emozionale zeppo di colpi ad effetto e rilevanti intuizioni. Ciò che colpisce è anche la duttilità con cui la band concepisce i pezzi, riuscendo a districarsi tra diverse sonorità e prendendo spunto da quanto fatto in passato da Pink Floyd e King Crimson in un’ottica non nostalgica o eccessivamente vintage. L’ascolto difatti tradisce l’amore per il prog ma non solo, con momenti vicini all’hard che insaporiscono ancor di più una pietanza ricca di idee e decisamente piacevole. La complessità strumentale svela doti tecniche che sono sempre a supporto di una certa fantasia compositiva, sia nei brani strumentali che in quelli cantati dal bravo Petrosino. L’ambizione ai Sailor Free non manca, così come la forza di proporre una musica capace di essere soave ma decisa, sfaccettata nella migliore tradizione del crossover e piena di piccoli particolari che si svelano lungo gli ascolti. L’affascinante trama proposta (procuratevi il disco e leggete le liriche…) favorisce parallelismi con la letteratura epica e ciò viene anche rimarcato da trovate che rifuggono definizioni e preferiscono “sporcarsi” con suoni che sono la diretta conseguenza della curiosità insita nel gruppo. 14 pezzi che narrano, trasudano passione, speranza, feeling, degni di essere colonna sonora di una sceneggiatura dal sapore gotico, merito soprattutto delle fini orchestrazioni delle tastiere di Petrosino e dei riff calibrati di Barelli. Disco di grande valore che attende il suo successore, la conclusione della storia, Spiritual Revolution Part II che probabilmente vedrà la luce dopo l’estate. (Luigi Cattaneo)

The Curse (Video)

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