domenica 5 luglio 2015

KALISANTROPE, Anatomy of the world (2015)


Esordio assoluto per i giovanissimi Kalisantrope, trio milanese (Noemi Bolis al basso, Alex Carsetti alla batteria, Davide Freguglia alle tastiere) che ha da poco pubblicato questo Anatomy of the world, un ep formato da cinque pezzi strumentali. Senza gridare al miracolo, è possibile affermare che ci troviamo dinnanzi ad una band da seguire e con margini di miglioramento evidenti, legati non solo al songwriting ma anche ad una produzione che non riesce a far risaltare le buone dinamiche che caratterizzano l’ensemble. Immagini per un orecchio, parafrasando un noto disco degli Arti e Mestieri, è ciò che cercano di suggerire i Kalisantrope nei 25 minuti circa di questo ep. Sensazioni filmiche e narrative che si celano dietro la costruzione dei vari momenti, già a partire dall’iniziale Varroa Destructor, primo episodio dai tratti psichedelici e suggestivi che prende il nome dall’acaro parassita delle api. Hypophysis (una delle nostre piccole ghiandole vitali) ha un buon arrangiamento sinfonico, merito delle tastiere di Freguglia, molto vintage e dal deciso tocco settantiano, mentre una nuova ventata psichedelica attraversa Holodomor, narrazione in musica del genocidio degli ucraini perpetuato dal regime sovietico tra il 1929 e il 1933. In Concept Fading la band riflette sull’importanza delle parole attraverso il feeling trasmesso da una strutturata sezione ritmica e dagli stacchi di Freguglia, sino al finale di She, composizione divisa in tre parti e ispirata da un poema di John Donne, poeta metafisico del 600 inglese, che risulta essere forse il frangente più alto dell’intero ep. Anatomy of the world mostra il chiaro entusiasmo e rispetto dei tre giovani verso il progressive e sono convinto che l’essere così derivativi verso gruppi seminali come Le Orme, Emerson Lake & Palmer e Goblin sia spontaneo e assolutamente genuino. Il lavoro, pur non essendo un concept, ha dei temi ricorrenti e portanti che hanno suggestionato il gruppo, ossia la morte e la caduta degli ideali. Chiaro che in futuro ci si aspetta da loro di osare un po’ di più e di metabolizzare certi modelli di partenza per elaborare comunque un vintage prog che possa essere maggiormente personale o quantomeno riconoscibile. (Luigi Cattaneo)

She (Video)



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