lunedì 5 dicembre 2016

MOTORFINGERS, Goldfish Motel (2016)


Dopo ben quattro anni di assenza tornano in pista i Motorfingers (Abba alla voce, Max e Spezza alle chitarre, Faust al basso e Alex alla batteria) e lo fanno con un album estremamente piacevole e di grande impatto. Ritmiche essenziali e dirette, riff chitarristi taglienti e un cantato coinvolgente sono alla base di questo Goldfish Motel, edito dalla logic(il)logic e saldamente proiettato verso l’hard a stelle e strisce che non disdegna di strizzare l’occhio verso melodie di facile presa (Creed, Nichelback, Alter Bridge). Qualche frangente è collocabile anche nel new metal, più una tentazione che una reale direzione a dire il vero e forse ciò è dettato anche da alcuni momenti più pesanti (vedi l’ottima Eat your gun). Una durezza sempre stemperata e che culmina in pezzi come Behind this fire e Walk on your face, fino a raggiungere un ideale pathos nell’accattivante XXXIII (che mi ha ricordato i Disturbed di Believe) e nella sentita ballata Nothing but a man (con il violino di Lucio Stefani che impreziosisce e rende l’atmosfera ancora più drammatica). I modenesi appaiono per tutto l’album decisi a portare avanti un suono smaccatamente americano e lo fanno con competenza e passione, pur senza generare sorprese sul copione sanno essere sicuri ed efficaci in virtù di una certa conoscenza della materia. Goldfish Motel è un come back brillante, aggressivo ma sempre ragionato, in costante bilico tra hard rock ed heavy, merito di riff tirati e chorus dai contorni epici (a volte addirittura in odore di street rock) che segnano un ritorno assolutamente interessante di una band da seguire anche nel futuro. (Luigi Cattaneo)

Walk on your face (Video)

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