domenica 17 marzo 2013

SILVER KEY, In the land of dreams (2012)

Arrivano finalmente al disco d’esordio i Silver Key, nati come tribute band dei Marillion (periodo Fish) nei ’90 e maturati a tal punto da aver preso la decisione di abbandonare quel materiale per proporne di loro. Ovvio che dopo anni passati a proporre un certo stile qualche peculiarità ti rimanga perlomeno addosso, intrisa nel tuo modo di scrivere, soprattutto se si considera che sei al primo album. E ciò si sente in special modo nelle splendide trame tastieristiche di Davide Manara che insieme al canto di Yuri Abietti (peraltro bravo autore dei testi) rimandano direttamente al tanto bistrattato new prog ottantiano e a gruppi come IQ, Pendragon, Twelfth Night e appunto Marillion. Completa il quadro una sezione ritmica solida con Alberto Grassi al basso e Viviano Crimella alla batteria e la chitarra di Carlo Monti, dinamico sia negli spunti elettrici che in quelli acustici. Si nota come gli intrecci strumentali siano stati particolarmente curati per creare una musica che sappia essere epica e melodica, piena di spunti sinfonici di grande effetto che sappiano essere facilmente ricordati ma non per questo banali. C’è quindi nel loro sound il congiungimento con un periodo ben radicato nella storia del rock progressivo ma lo sguardo dei Silver Key non è solo quello di un gruppo rispettoso ma attento anche nel creare qualcosa che risulti fresco e attuale. Ne è testimonianza la lunga suite The Silver Key, piuttosto consueta nel mantenere intatto lo spirito del genere ma assolutamente affascinante e davvero convincente in ogni sua parte. Ma non sono da meno brani emozionanti come Learn to let go o l’intensa ballata Welcome, chiusura veramente degna di un platter che si distingue per la qualità e la brillantezza del suo insieme. Come ho già detto non ci troviamo dinnanzi ad un lavoro complesso di difficile assimilazione ed i Silver key preferiscono concentrarsi su una scrittura immediata e ricca di passaggi melodici che conquistano sin dai primi ascolti, sempre sostenuti da idee tanto semplici quanto brillanti. Un disco di new prog che ha al suo interno un solido impianto classico, venature hard e attimi teatrali figli di anni spesi sul palco interpretando con dedizione i Marillion dell’era Fish. I Silver Key hanno ampie possibilità di crescita e l’attitudine giusta per confermare il loro valore nei prossimi lavori. (Luigi Cattaneo)

In the land of dreams (album trailer)

         

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