martedì 22 gennaio 2013

EMISFERI PARALLELI, Il Giardino delle Delizie (2012)

Gli Emisferi Paralleli sono un giovane gruppo di Spoleto che ha però alle spalle già diversi anni di attività (si sono formati nel 2008) e un vecchio progetto che rispondeva al nome di Semi Infermità Mentale. Da quella esperienza difatti provengono Luca Arcangeli Conti (basso e voce), Alessandro Esposito (tastiere e voce) e Fabrizio Felici (chitarra e voce) a cui si aggiungono qualche mese dopo Alessio Silvioli (batteria) e Andrea Benedetti (voce). C’è tanto metal progressivo nel debut Il giardino delle delizie che viene addolcito con passaggi sinfonici più vicini alla tradizione prog rock nostrana dei ’70 e con una visione del concept album che parte dal loro sguardo e dalle sensazioni che emergono dalla visione del quadro del pittore fiammingo Hieronymus Bosch (da cui è tratto il titolo del lavoro). Indubbiamente non ci troviamo di fronte ad un disco particolarmente originale ma i ragazzi sanno comunque come trattare la materia e indovinano alcune situazioni, sì tipiche ma comunque ben riuscite e le composizioni si sposano tra loro in maniera piuttosto efficiente. Il giardino delle delizie consta di 5 parti in cui si viaggia attraverso situazioni lirico-musicali che partono dal Mondo al Terzo Giorno, passano dalla Creazione di Eva e giungono all’Inferno Musicale. Insomma, un concept per nulla semplice o scontato. In Prologo piace soprattutto il prog metal di Metastabilità, ricca di spunti melodici e riff chitarristi sostenuti e ispirati, con la voce di Benedetti convincente e capace di toccare tonalità alte come spesso richiede il genere. In Parte Prima emerge La creazione di Eva con i suoi quasi 10 minuti a cavallo tra Dream Theater, grande punto di riferimento e Symphony x e se pure la traccia è piena di citazioni si fa apprezzare per una certa musicalità e un gusto per la melodia non indifferente, oltre che per mettere in mostra delle buone doti tecniche dei singoli (nessuno escluso!). Mi ha piacevolmente colpito in questa Parte prima anche la breve sinfonia Dialoghi a tre voci che potrebbe essere una buona base di partenza per sviluppi successivi… Parte seconda si apre con un omaggio hard alla P.F.M., perché questo sembra La danza della lussuria, forse il brano migliore dell’intero lavoro e con una parte centrale totalmente strumentale che lascia intravedere come questi ragazzi abbiano anche le capacità per intraprendere strade diverse rispetto a quelle sinora ben elaborate. La convinzione difatti è che possano anche spostare il tiro verso territori meno heavy che paiono più convenzionali rispetto a quando si cimentano nei brevi passaggi strumentali che legano le varie sezioni tra loro (Fragile sfera).Difatti più anonima è l’inizio della Parte Terza, La legge del contrappasso che si riallaccia nuovamente ai mostri sacri del prog metal, con una lunga parte strumentale sicuramente valida dal punto di vista tecnico, un po’ meno da quello creativo. La lunga Inferno musicale parte in pieno stile power trash, ricordando non poco gli Eldritch, per poi evolversi in un chorus cantabile prima e in una sezione strumentale dal sapore hard e psichedelico poi. Congiunzione astrale è racchiusa dentro Epilogo e si tratta di una ballata elettrica in cui spunta il talento di Felici, autore di un emozionante solo che chiude il racconto. Un esordio di valore che lascia intravedere ampi margini di miglioramento, soprattutto se saranno limitati alcuni clichè che tendono a spuntare con insistenza in alcuni momenti (non troppi comunque…). Le capacità indubbiamente ci sono per sperare in un ulteriore salto di qualità. (Luigi Cattaneo)               
La Danza della Lussuria (Video)

               


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